Notturno

Era da un po’ di tempo che pensavo di farlo e l’altra sera l’ho fatto, lo confesso. Sì, sì, l’ho fatto davvero: sono uscita da sola, senza Pietro. Gli ho fatto il bagnetto, gli ho dato la pappa, ho aspettato che il mio compagno tornasse a casa, poi mi sono preparata e sono uscita.
Amo e ho sempre amato stare fuori la notte, più in generale diciamo che amo stare fuori e che a casa, da quando ho raggiunto una certa autonomia, ho sempre cercato di starci il meno possibile. La cosa è un po’ cambiata con la gravidanza, quando invece ho sentito forte l’esigenza di “rintanarmi”, esigenza che siè protratta anche quando è nato Pietro, durante il lungo e piovoso inverno passato. Poi, finalmente, una tardiva primavera ha fatto timidamente capolino e quindi ho ricominciato ad assaporare il piacere di uscire e di portare Pietro fuori, asservendomi totalmente al compito di far conoscere per la prima volta il mondo a mio figlio e cercando tra una pausa e l’altra, durante i suoi brevi sonnellini, di gustarmi quei pochi e preziosi attimi di quiete.

Ma tra l’uscire da soli o con il proprio bambino c’è una bella differenza e per dire tutta la verità, o forse solo un’ovvietà, anche quando sono sola non è più come prima: sono talmente assorbita dal fare la mamma che le rare volte che mi è capitato di stare senza il piccolo, anche solo per un’oretta, faccio quello che devo fare ma sempre col pensiero che chissà, potrebbe succedere di dover scappare subito per tornare da luia causa di un attacco di fame improvviso o di un’implacabile “mammite”, che ovviamente passa solo grazie a me. La prima volta che ho approfittato della disponibilità del nonnoper fare una passeggiata in biciclettastavo quasi per sentirmi male, somatizzando forse l’ansia del distacco cheavevo evidentemente preso sotto gamba (come faccio sempre con l’ansia, per non sentirla la ignoro e allora lei si vendica) .
In effetti la simbiosi madre- figlio è molto forte nei primi mesi e staccarsi anche quando è necessario non è facile. Sì, però ora mi sono un po’ scocciata, anzi non un po’, parecchio. Dirò cose molto impopolari, ne sono consapevole, ma dopo aver assaporato l’altra sera quel piacere tutto “notturno” di passeggiare per le strade semi deserte sotto la luce dei lampioni non posso fare a meno di confessarlo. Mi manca la notte, quell’aria frizzante che mi schiarisce le idee per poi confondermele un’altra volta ma in un modo più creativo, quei personaggi un po’ strani ma così veri che di giorno non si vedono mai e che sono così belli rispetto alle facce diurne tutte uguali, la facilità con cui di notte , mentre da sola torno a casa, mi lascio andare alla fantasia immaginandomi diversaa condurre altre esistenze in altri posti nel mondo. Mi manca tutto questo. Hai voluto la bicicletta?!?Sì, lo so ma che ci sarebbe di male se una sera ogni tanto, ricominciassi a fare tutto questo? Oppure la famiglia è un pacchetto completo e inseparabile? No, ditemi di no che non è così. L’altra sera ho scelto di andare a teatro ma vorrei uscire anche senza dover per forza fare qualcosa di particolare,non so, andarmi a bere una birra, rilassarmi, scherzare con le persone che incontro, con le amiche, dire cazzate a briglia sciolta…insomma vorrei uscire per giocare, proprio come fa Pietro tutto il giorno. Perché giocare fa bene, è divertente, liberatorio, istruttivo. Lo so che ci sono miliardi di mamme che tutto questo lo fanno già ma io devo riprenderci un po’ la mano e mettermi al riparo dai sensi di colpa, perché immagino già di leggere negli sguardidelle persone frasi del tipo “ Ma come, il suo bambino è ancora così piccolo e lei già lo lascia di notte”, oppure “Brava te che ce la fai” come a dirti che loro, al tuo posto non ce l’avrebbero fatta a lasciarlo. Ma queste ipotetiche critiche potrebbero essere frutto della mia fantasia e se così non fosse vabbè, che parlino pure…io, d’altra parte, l’altra sera sono tornata a casa rigenerata e finalmente mi sono riconosciuta un po’, ho sentito che la possibilità di costruire un ponte tra quella che ero, una vagabonda nottambula, e quella che sono oggi, mamma a tempo pieno, esiste ed è stata una bella sensazione visto che ultimamente le due parti si comportavanotra di loro come due estranee, rivolgendosi a malapena la parola e io, poverina, che sono rimasta così a lungo nel mezzo tra le due, cominciavo a non capirci più nulla!
Federica
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