Memoria Corporea

Stanca dei miei dolori alla schiena, qualche giorno fa ho deciso di andare da un fisioterapista di cui avevo sentito parlare molto bene e che infatti è stato molto bravo sia nello sciogliere i miei muscoli sia ad individuare molte delle cause, fisiche e mentali, che mi hanno portato a sentire tanto male.
Il nostro corpo infatti non solo ci “parla” attraverso i sintomi che manifesta,ma “ricorda”molto bene e a lungo. In esso tutto si conserva:traumi rimossi, lunghi periodi di tristezza, di stress, di frustrazione, shock più o meno improvvisi, anni e anni di posture sbagliate ormai sentite come nostre e normali.
Sarà per questo motivo che una volta terminato il massaggio, nonostante la mia schiena stesse bene come da tanto tanto tempo non succedeva più, ho iniziato a ricordare alcune cose, molte delle quali non piacevoli. Tra queste la più recente e probabilmente la più scioccante è proprio il parto.
Madre Natura sa fare molto bene il suo lavoro e cancella quasi fin da subito il dolore provato; è probabile quindi che se non fossi stata sollecitata a ricordare avrei continuato a rimuovere quella che per me è stata un’esperienza bellissima anche se percepita come molto violenta.

All’inizio della gravidanza ero orientata verso un parto naturale e in casa, ma per portare avanti una scelta del genere ci vuole molta caparbietà: per contrastare le ansie di compagni, amici, amiche e sfilze di parenti ansiosi; inoltre serve anche una bella sommetta. Insomma, alla fine ho scelto di partorire in ospedale, anche se con mille dubbi e paure, sapendo a cosa sarei andata incontro… e devo dire per fortuna! Sapere come dovrebbe svolgersi un parto naturale mi ha permesso di conoscere il reale valore dell’esperienza, con tutto il suo carico emotivo fatto di gioia immensa ma anche immenso dolore. Il parto infatti non è solo un’esperienza fisica, aspetto che comunque non deve essere sottovalutato, ma soprattutto psicologica e ed emotiva; si tratta di una frattura che avviene sia nel corpo ma anche nella nostra anima, uno squarcio da cui escono, insieme ai nostri bambini, innumerevoli emozioni. Tutto ciò avviene in uno stato di coscienza alterato che riporta noi donne ad uno stadio animalesco, che se accettato è bellissimo ed emozionante ma se non lo è, soprattutto dalle persone che in quel momento ci stanno intorno, ci mette a nudo in tutte le nostre fragilità. Per affrontarlo senza lo strascico di grandi traumi ( da cui derivano molte delle depressioni post- partum) occorrerebbero una preparazione spirituale e un forte sostegno emotivo e psicologico, ma soprattutto la scelta consapevole del posto in cui partorire, quello che si ritiene migliore per se stesse e per il proprio bambino..
Il mio corpo “ricorda” ancora il trauma subito: la necessaria intimità che vorrebbe la presenza unicamente del compagno (o di chi atro si vuole con noi), e dell’ostetrica, non è stata minimamente contemplata, tanto che ad un certo punto ho visto, in sala parto, tra l’infinità di dottori che presenziavano e che mi hanno visitata ( cosa assolutamente non necessaria e poco piacevole) tre giovani tirocinanti; i miei tempi non sono stati assolutamente rispettati ma, anzi, fin da subito accelerati dall’ossitocina; ricordo la terribile sensazione della mia pancia stretta nella cinghia che monitorava il battito del bambino (prassi obbligatoria se viene utilizzata l’ossitocina) e dell’essere costretta per questo stesso motivo a dover stare sul lettino, quando avrei preferito stare in ben altre e più naturali posizioni; l’essere stata derisa perché il parto andava per le lunghe e minacciata perché se non mi muovevo avrebbero fatto un cesareo. Ricordo benissimo che quando mi hanno portato in camera dopo aver partorito mi sono sentita come col corpo spezzato e sono rimasta a lungo ammutolita e stordita sentendo di aver subito delle umiliazioni fisiche, anche se non ne ero pienamente consapevole. E’ opportuno conoscere i diritti e i bisogni legali e psicologici delle partorienti, soprattutto se si decide di affrontare un parto medicalizzato in ospedale Sapevo che molte delle cose si sarebbero svolte così, e per fortuna, perché altrimenti avrei giustificato le persone che mi circondavano e che invece non hanno alcuna scusa perché un parto, anche se in ospedale, si dovrebbe svolgere con molta più naturale dolcezza. Sapere mi è servito a farmi valere in sala parto e in un certo senso, anche se non è andato tutto come volevo, a non sentirmi una schiappa o una rompipalle come sembrava volessero farmi sentire.
Poi ha prevalso la felicità per la nascita del mio bambino e la conseguente sensazione di aver dimenticato tutto questo, ma in realtà gli strascichi esistono e io, come tante altre donne, ne porto le cicatrici anche se non si vedono; sarà per questo che dopo il massaggio ho iniziato a ricordare e a sentire, proprio come quel giorno, il mio corpo spezzato … menomale c’è lui, il corpo, a ricordare altrimenti avrei potuto correre il rischio, un domani, di ripetere quell’esperienza senza cambiare niente, facendo finta che quel momento non sia così importante tanto per una madre che per un bambino che deve nascere e che deve essere accompagnato con tutta la dolcezza possibile a questo grande evento.
Federica
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